giovedì 25 maggio 2017

Il calcolo delle responsabilità

Contatto Stabilire un contatto con i singoli studenti è di fondamentale importanza, proprio così, non con la classe, o non solo, ma con ognuno di loro per creare una relazione affettiva, di fiducia e di rispetto reciproco. Partendo da questo rapporto scambievole si può lavorare sulla motivazione, sull'incoraggiamento, ma anche sulla critica, ma che sia costruttiva non stigmatizzante. Il vecchio detto del "bastone e la carota" ha una validità calzante. È importante sottolineare l'errore ma al tempo stesso occorre enfatizzarne l'utilità per evitarlo in futuro. La capacità del docente di riconoscere gli alunni più bisognosi di incoraggiamento è alla base del successo scolastico degli stessi. Coinvolgerli attivamente, lodandoli ad ogni risposta positiva e spronandoli a fare sempre meglio porterà sicuramente a quella resilienza fondamentale per affrontare qualunque difficoltà presente e futura.

martedì 23 maggio 2017

La scuola nell'era digitale

Ormai l'inglese e la tecnologia sono diventate due "must" . Pare che senza non si possa ritenersi completi. Se per il primo, ovviamente, sono completamente in sintonia, per la seconda, data la mia età, sono un tantino circospetta. Intendiamoci, sono assolutamente d'accordo sul bisogno di non rimanerne fuori, ma ho difficoltà a staccarmi da anni di tradizione cartacea. Eppure sono convinta che per attivare la famosa " motivazione" degli studenti occorra percorrere quella via. Loro la capiscono, la vivono, la amano. Però è importante capire la differenza fra insegnamento digitale e digitalizzato. Molti docenti credono che usando il libro di testo non cartaceo stiano portando innovazione in classe. Sicuramente è un primo passo, ma molto piccolo. Sarebbe bello avere classi con un computer a postazione, che possa servire da ampliamento, da cassa di risonanza a quanto detto prima o anche dopo, ma guardandosi negli occhi, scambiandosi qualche battuta, aggiungendo quel po' di personale che avvicina e rende complici. Sembra utopico ma dobbiamo crederci e lavorare in tale direzione. 









Cosa penso della scuola oggi?


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Fattibile?
by giuliana novelli - Monday, 20 February 2017, 12:35 PM
 
Sicuramente sì, ma credo che lo sia soprattutto nella scuola primaria, che tra l'altro già lo presuppone, sulla carta almeno. Infatti nei primi anni lo sviluppo cognitivo dei bambini è aperto verso il mondo in modo completo, pieno di curiosità e interesse. Sta ai docenti considerarli in modo olistico senza tralasciare alcun aspetto delle loro "intelligenze". Ma non è facile. Troppi alunni, non sempre scolarizzati e docenti con "forma mentis" precostituita e limitata che non comprendono la creatività come modo di apprendere la realtà. Mi ricordo che mio figlio disegnò un gatto verde e fu aspramente  redarguito ("Hai mai visto un gatto verde!!!?"). Se si smettesse di giudicare gli alunni tal modo forse potremmo non avere alunni completamente demotivati, perché bloccati o frenati all'inizio del loro percorso di apprendimento.

L'autoanalisi dell'insegnante

Ancora studentessa

Quando entro in classe non dimentico mai di essere  stata una studentessa. Questo non vuol dire che non sono consapevole del mio ruolo, anzi! Credo che per raggiungere gli obiettivi di un docente, ovvero sviluppare conoscenze, abilità e competenze dei discenti è indispensabile motivarli. In poche parole il famoso detto " il bastone e la carota " è sempre valido. Solo che io il bastone lo nascondo con la mia pazienza, comprensione e disponibilità. 

Domanda non googleable

LA QUESTIONE DEL MEDIOEVO 
Nel medioevo in Italia si parlavano diverse lingue, come al giorno d'oggi i dialetti. Nacque così la necessità di scegliere una lingua che valesse per tutti. Sai cosa successe?
Giuliana 

Domanda non googleable

COSA SIGNIFICA MANGIARE SANO 

Cosa mangi a merenda? Credi che ciò ti faccia bene, ti tolga solo la fame o ti appaghi momentaneamente?
Giuliana 
RIFLESSIONI A CALDO SUL PBL
Come diceva Carolina il modo in cui abbiamo studiato noi è lontano anni luce da quello proposto dal prof. Zecchi ma non per questo non ha dato frutti. Ma è pur vero che oggi gli studenti pongono sempre la stessa domanda "A che serve studiare ......" di solito è la matematica, la disciplina più famigerata, eppure se proposta in termini di autenticità, presentando un "problema"" vero calato nel reale, potrebbe incuriosire e spingere lo studente di solito refrattario a cercare una risposta o meglio a percorrere una strada per trovare la risposta. Ecco che non conterebbe più la meta, o non solo, ma il processo per arrivarci. Per questo è importante implementare i vecchi metodi con nuove idee metodologiche. Sfornare uomini e donne che sappiano di Kant o di Pirandello ma che non siano in grado di affrontare semplici problematicità quotidiane nella vita o nei futuri lavori servirebbe a ben poco. Occorre superare la paura del nuovo e provarci. Nessuno di noi sa come, io almeno no, ma buttiamoci.
Giuliana

martedì 2 maggio 2017

Le criticità della valutazione

La massima criticità del sistema attuale della valutazione non è tanto nell'attribuire numeri come voti, sempre che ogni docente attribuisca a quel numero una miriade di variabili considerate. Il vero problema è che sia le famiglie che gli studenti non vanno oltre il proprio naso (voto numerico) e considerano solo il voto attribuito al compito in classe o all'interrogazione classica. La loro domanda più frequente è:" Ma fa media?"Bisognerebbe cancellare dall'universo scuola la frase"media aritmetica", ma cancellarla anche dalle menti degli alunni e dei loro genitori per sempre. Ma penso che ciò sia quasi impossibile.
by Giuliana

domenica 30 aprile 2017

Sulla valutazione


Valutare o non valutare: questo è il problema.

Sarebbe così piacevole non dover valutare nel nostro mestiere. Poter semplicemente trasmettere il nostro sapere, elaborare anche mille strategie per venire in contro ai bisogni degli studenti, escogitare tattiche per interessare anche il più svogliato degli studenti, ma non dover valutare! Ma non si può. Molti di noi sono consapevoli della necessità di considerare ogni alunno nella sua totalità, non sulla base di semplici misurazioni quadrimestrali e il numero prefissato.
Consideriamo il punto di partenza e quello di arrivo, eventuali difficoltà di apprendimento, teniamo conto della sfera affettiva e familiare e ovviamente delle prestazioni continue (formative) e prefissate (sommati). Ma in ogni caso occorre "tradurre" il nostro giudizio in numeri! E famiglie ed alunni comprendono solo questo: il voto! Vogliamo passare alle rubriche. Ok. Ma sempre al voto dobbiamo rapportarle e un numero è sterile, non dice che Tizio è partito dal voto cosmico ad un certo bagaglio di conoscenza e abilità o che Sempronio ha mostrato discontinuità nell'apprendimento perchè ha avuto un problema di salute o è arrivato in casa un fratellino (con tutto lo scompiglio che ciò comporta) o che Caio, pur dotato di grandi capacità intuitive, non sempre è stato attento e partecipe e pertanto i suoi risultati non sono stati brillanti. Ce ne faremo una ragione. Serenità di giudizio e coscienza apposto, poi il resto va da sé. 

martedì 7 marzo 2017

Con chi potrei lavorare?

Prima e dopo

Il progetto rivolto ad una prima classe, di cui parla Lucia, è sicuramente intrigante, e sembra obbligatorio parlare di scuola media, ma come ho già scritto nel forum, occorrerebbe lavorarvi in sinergia per costruire un curricolo verticale ed evitare così la frattura fra i due ordini di scuola. Non facile.

Cosa significa collaborare

Uno=nessuno insieme=tutto

Prese una per volta sono insignificanti, non riescono a fare nulla, invece unite centuplicano le loro forze e possono sollevare qualcosa molte volte più grande di loro.

lunedì 20 febbraio 2017

La mia presentazione

RIFLESSIONI
Se dovessi fare autocritica, e credetemi la faccio in continuazione, direi senza ombra di dubbio che il mio punto di forza è l'esperienza, da cui derivano a cascata tante altre qualità come la pazienza, la condivisione , la comprensione ecc. Bella scoperta, penserete voi, dopo quasi 35 anni di insegnamento! È vero, ma non tutti sviluppano queste doti, forse, al contrario, subentra la stanchezza, l'irritabilità, l'insofferenza!
Il mio punto di debolezza è l'altro aspetto della mia età anagrafica. Non sono una nativa digitale e ho grande difficoltà nell'affrontare le nuove tecnologie, eppure sono consapevole che è questo l'aspetto che devo potenziare se voglio continuare ad essere un bravo insegnante.
Io parto sempre dai miei alunni, per ciò capisco di dovermi aggiornare per poter offrire  ciò che interessa loro o meglio quello che interessa me comunicato tramite mezzi a loro più idonei.

venerdì 10 febbraio 2017

Post di benvenuto

Hi! Ci siamo riusciti! Benvenuti a tutti ! Niente paura , se ci sono riusciti i nostri alunni ci riusciremo pure noi🔅